4 maggio 2020
Oggi, mi sono alzato di buon’ora, ho sistemato l’igiene personale, ho fatto colazione e sono andato fuori di casa per una camminata quasi di corsetta o se preferite, una corsetta appena più di una camminata. A dire il vero questo non merita il tempo di scriverlo o poi quello di chi leggerà. E’ una situazione normale per me, a 59 anni l’ho già vissuta tante volte. Qualcosa però mi invita a farlo, un qualcosa che ha reso questo giretto diverso da tutti gli altri.
Ho messo l’abbigliamento adatto, ho preparato con cura i documenti e gli accessori da portarmi dietro, indossato le scarpe e di passo veloce sono partito. Faccio sempre un primo tratto di passo per scaldare bene la muscolatura, crampi e risentimenti muscolari provo di evitarli il più possibile. Sono le ore sei e quaranta del mattino, qui in periferia di un paese di periferia non si muove ancora niente, inizio a sentirmi come spiato da qualcuno, mi guardo attorno, ascolto se ci sono rumori, proseguo col mio passo. Arrivo a pressappoco 200 metri da casa con quasi il respiro affannato, ho come la sensazione di un nodo alla gola, di disagio come se stessi furtivamente compiendo una azione di cui vergognarsi. Respiro profondo, riordino le idee e provo di analizzare quello che sto facendo, se ho dimenticato qualcosa da fare o da non fare. Il mio passo continua, arrivo alla conclusione che dopo due mesi di completa inattività motoria forse è normale provare queste sensazioni. Poco dopo inizio il passo a corsetta, intanto che i metri passano, penso alle cose più svariate, nel pomeriggio vedrò la figlia con la nipotina, prima però devo svolgere alcune commissioni in paese ora che posso. Sì perché tutte queste cose non si potevano fare, da due mesi a questa parte. Altre cose vietate due mesi fa, non si possono ancora fare quindi dovrebbe essere normale fare continuamente mente locale su cosa mi è concesso dalle regole per il bene comune. Continuo a correre lento, costante e pensare. Ogni tanto mi sembra di risentire quel nodo alla gola iniziale, continuo a correre, cerco di respirare regolare e di cambiare quello che sto pensando. Il parco sportivo è bellissimo, le piante sono rigogliose e si sentono odori piacevoli passandogli accanto, iniziano a vedersi qualche altra persona. Una signora col cane, un signore che cammina, un ragazzo che corre veramente, altre due persone con i cani. Tutti hanno la stessa postura, già da prima di incrociarci guardano a terra con la testa leggermente china, come se avessero una sensazione di disagio, come se stessero furtivamente compiendo una azione di cui vergognarsi. Allora non sono il solo, siamo tutti assopiti da questo mondo surreale che in solo qualche mese ci ha minato modi, sicurezze, abitudini e libertà! Continuo a corricchiare e pensare.
Si parla tanto di persone che in questo periodo di quarantena e restrizioni sociali, sono e sono state negligenti: chi ha volutamente e ripetutamente violato le regole che ci sono state imposte o, addirittura chi vuole far capire a altri che sono le regole fatte male, giustificando così la propria violazione. Vorrei sperare che siano veramente poche perché c’è qualcosa che va oltre il già grave problema di poter nuocere alla salute di altri, c’è la forza del carattere delle singole persone: la determinazione e lo spirito di gruppo.
Correndo sempre la mia corsa quasi di passo, riprendo la via di casa. Inizio a vedere qualche altra persona che si muove e quasi tutte già da prima di incrociarci guardano a terra con la testa leggermente china, come se avessero una sensazione di disagio, come se stessero furtivamente compiendo una azione di cui vergognarsi. Arrivo alla conclusione che oggi è importante esserci e Esserci in salute, non in forma o allenati o belli o rasati o finti: il vero carattere, il vero lottare per un obiettivo da raggiunge a ogni costo, il vero autocontrollo delle proprie forze mentali, i Veri Atleti sono tutti quelli che per qualche pudore atavico, stamattina sembrano quasi in colpa. A tutti, spero pochi altri, l’onore di aver primeggiato.